Restauro del Colosseo

Secondo quanto riportato da “il Messaggero” online - Martedì 17 gennaio 2012, ultimo aggiornamento ore 20:29 [Fonte] - la Uil beni culturali avrebbe ritirato l’esposto presentato nei giorni scorsi alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti, relativamente al contratto di sponsorizzazione del Colosseo firmato dal ministero dei Beni culturali con il patron della Tod’s Diego Della Valle. Similmente, il Codacons ha notificato al Tribunale Amministrativo Regionale un atto di motivi aggiunti con annessa istanza di convocazione delle parti per un tentativo di conciliazione. Fin qui la cronaca. Ora, senza entrare nella vicenda in termini di analisi sulla reale o meno ipotesi di reato - non è questo il punto - pongo l’attenzione su alcuni aspetti a mio modo di vedere interessanti. Come primo punto, vorrei ricordare o fare osservare come alcuni reati - tipo quelli rubricati tra i delitti contro la Pubblica Amministrazione, disciplinati dal Libro II - Titolo II - Capo I del Codice penale - sono perseguibili d’ufficio, ovverosia l’Autorità Giudiziaria procede al mero ricevimento della notitia criminis. Ne deriva, pertanto, che a nulla valgono eventuali remissioni o quant’altro. Come secondo punto, invece, pongo l’accento sulle parole pronunciate dal sindaco capitolino, secondo cui ringrazierebbe i rappresentanti delle suindicate associazioni per aver ritirato l’esposto. Riconoscendo quindi loro senso di responsabilità e buona volontà quale punto di riferimento importante.


A fronte di tutto ciò, mi sembra pertanto ragionevole fare alcune seguenti riflessioni.


1) Chi ha presentato l’esposto, che tipo di preventive valutazioni ha fatto in termini giuridici? Nel senso, esiste o no una reale e forte ipotesi di reato nell’agire degli attori interessati alla vicenda?


2) Allo stesso modo, che tipo di preventive valutazioni sono state fatte in termini sociologici? Sottolineo sociologici. Perché laddove un privato si fa carico di recuperare un patrimonio pubblico, mondiale oserei aggiungere, di ingente valore non solo economico, una rilevanza in termini di impatto sociale l’avrà pure tale azione e conseguenza della stessa!


3) Detto questo, alla luce di ciò, perché fare un passo indietro? Incoerenza? Pressioni? Scarsa valutazione preventiva del fenomeno con conseguente agire d’impeto? Non lo sappiamo.


4) Infine, esiste in questa vicenda una questione etica?


Ecco, tutto questo mi sembra un ottimo spunto di riflessione.