venerdì 31 agosto 2012

Conseguenze della crisi economica

Inchiesta del Corriere Nazionale - pubblicata mercoledì 29 agosto 2012 - su come la crisi economica ha modificato le strategie dei supermercati. All’interno anche un mio commento, intervistato dalla giornalista Ramona Premoto che ha curato l'inchiesta. Piccole dosi a poco prezzo, oppure più confezioni al costo di una sola? Barcamenarsi nella giungla delle offerte oggi non è facile. La crisi economica infatti continua a far sentire i suoi effetti e cambia non solo le “tasche” dei consumatori, ma anche gli scaffali e le offerte dei supermarket d’Italia che traboccano di offerte speciali. Spuntano così i 3x1, i ritocchi al ribasso dei grandi marchi e le confezioni monodose. Promozioni letteralmente prese d’assalto dai consumatori […] Nella giungla delle offerte Occhio a prezzi e quantità […] Pubblicità e offerte possono condizionare gli acquisti.

giovedì 30 agosto 2012

Quel pasticciaccio istituzionale

In questo caso definirlo pasticcio è a dir poco un eufemismo, del resto, solo per rigoroso rispetto delle istituzioni coinvolte, meglio evitare un termine verosimilmente più pesante ma ragionevolmente più appropriato. Oramai da settimane i mass-media non parlano d’altro, ossia del conflitto di attribuzioni sollevato dal Capo dello Stato contro la Procura della Repubblica di Palermo, riguardo alle intercettazioni nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia. Intercettazioni che in qualche maniera hanno coinvolto il Presidente della Repubblica giacché intercettato - seppur indirettamente - durante una o più comunicazioni telefoniche intrattenute con l’ex Presidente del Senato, ex vicepresidente del Csm ed ex Ministro dell’Interno Nicola Mancino, oggi indagato per il reato di falsa testimonianza perché - secondo l’accusa - insediatosi al Viminale il primo luglio 1992 era a conoscenza della trattativa. Circostanza dallo stesso negata in sede di escussione testimoniale. Tuttavia, non è questo il punto su cui volevo porre l’attenzione, bensì sul fatto che due istituzioni come quelle appena citate siano giunte per così dire ai ferri corti su un argomento tanto serio quanto grave come quello che riguarda la suddetta trattativa - reale o presunta - tra Stato e mafia. Una sorta di guerra - nemmeno poi tanto fredda - che disorienta a prescindere il cittadino comune - cioè i più - specie in un momento critico come quello che si sta attraversando, ovverosia stretti tra le ganasce di quella morsa economica, finanziaria e d’incertezza più in generale che sta stritolando non solo la realtà quotidiana di ognuno, ma anche la mera speranza di un futuro migliore. Premesso ciò, se da un lato “Le incertezze di tipo sociale e psicologico che si addensano in particolari momenti del ciclo di vita dei singoli individui e delle stesse società provocano l’esigenza soggettiva di una rassicurazione che implica spesso un rapporto col potere problematico e squilibrato” (Segatori, 1999, p. 152), dall’altro c’è da chiedersi, oggi, a quale figura istituzionale bisogna fare appello per beare di tale rassicurazione. Si badi bene “La folla è un gregge che non può fare a meno di un padrone” (Le Bon, ed. 2011, p. 152); così come secondo Michels “il bisogno di essere guidati […] è illimitato nelle masse […]" (cit. in Segatori, 1999, p. 153); e che per questo motivo ogni giorno in più trascorso in talune torbide acque, equivale ad un motivo in più di preoccupazione per la solidità della democrazia.

mercoledì 22 agosto 2012

Alcuni reati sono in aumento

Inchiesta del Corriere Nazionale - pubblicata martedì 21 agosto 2012 - su borseggi, scippi e rapine. All’interno anche un mio commento, intervistato dalla giornalista Elisa Venturi che ha curato l'inchiesta. Chiamarli “reati minori” non aiuta. Perché furti, rapine e scippi, restano illeciti puniti dalla legge. Oltre che intromissioni nella vita degli altri. Nel 2011, afferma il Sole24Ore sulla base degli ultimi dati dell’Interno, sono cresciuti ancora i reati commessi. Dopo tre anni di flessioni, c’è stata un’inversione di tendenza e un incremento del 5,4% rispetto al 2010. I furti nelle case sono aumentati del 21%, arrivando a quota 205mila, mentre le rapine sono cresciute del 20,1%, superando la soglia di 40mila, di più nei negozi, un po’ meno in banca. I borseggi (134mila) e gli scippi (quasi 18mila) sono aumentati del 16% e del 24%. Unica tipologia in calo è quella dei furti d’auto, scesa dello 0,7%. Soldi, lo scopo dei crimini, che fanno pensare a una conseguenza (Corriere Nazionale).

sabato 18 agosto 2012

Loro ritornano sempre!

L’articolo pubblicato qualche giorno fa su un noto periodico nazionale, se da un lato ha dell’interessante, dall’altro invece non svela nulla di nuovo. Infatti, sembra che in vista delle prossime consultazioni elettorali, probabilmente nella primavera del 2013, tanti ex parlamentari in qualche maniera “silurati” alle ultime elezioni scalpitano per ritrovare una solida poltrona nei palazzi del potere. Ora, se da un lato credo sia corretto e per certi versi doveroso pubblicare notizie di interesse sociale come quella cui faccio riferimento, dall’altro, analizzando fino in fondo la questione, all’opinione pubblica non si racconta niente più che la rituale corsa al potere dei soliti noti. È una corsa senza soste, sfrenata e forse anche senza un minimo di pudore da parte dei podisti. Tuttavia la sicumera di taluni personaggi ha una ragion d’essere, ossia poggia le sue fondamenta sulla giustificata e comprensibile consapevolezza che gran parte del popolo italiano dimentica spesso e presto il proprio passato, in questo caso politico.

La Seconda Repubblica. Quale?

Nel corso del programma condotto su YouTube da Klaus Davi, Antonio Ingroia, noto magistrato antimafia palermitano, ha dichiarato di essere convinto che "la Seconda Repubblica si fonda su pilastri eretti sul sangue di magistrati e persone innocenti; si fonda su queste vittime che sono state assassinate”. Per questo - aggiunge - “non potrà mai diventare una democrazia adulta e matura, almeno fino a quando non si riuscirà a sapere la verità su quella stagione. Perché ci si può vaccinare da un peccato d’origine, però confessandolo. Se non lo si confessa, si rimane con questo peccato d’origine e quindi non si riesce a mondarsi. Di conseguenza quindi la nostra democrazia non potrà crescere mai se non verrà fuori tutta la verità sulle sue origini”. Tali affermazioni (forti) di Ingroia mi trovano d’accordo su tutto tranne che sia mai esistita una reale Seconda Repubblica nel nostro Paese, nel senso che - a mio avviso - dopo i fatti dei primi anni ’90 chi man mano si è succeduto al potere, ha semplicemente un pò più affinato le “armi”, perché mi pare proprio che nulla è cambiato in meglio rispetto al passato; in peggio, viceversa, senza dubbio alcuno.

martedì 14 agosto 2012

La difesa dell’ex maggiordomo

Terminate le indagini, l'ex maggiordomo del Papa è stato rinviato a giudizio per furto aggravato, mentre un altro impiegato della Segreteria di Stato per favoreggiamento. Forse in autunno inizia il processo. Vediamo però come l’ex fedelissimo ha tentato di spiegare ai suoi accusatori il proprio comportamento. In una delle confessioni rese dinanzi al giudice istruttore, ha riferito di essere stato guidato dallo Spirito Santo, pronto a combattere per portare la verità nella Chiesa e che per questo serviva uno choc mediatico. In particolare: “Preciso che vedendo male e corruzione dappertutto nella Chiesa, sono arrivato negli ultimi tempi, quelli della degenerazione, ad un punto di non ritorno. Ero sicuro che uno shock, anche mediatico, avrebbe potuto essere salutare per riportare la Chiesa nel suo giusto binario”. Il contatto con l’esterno avviene con il giornalista Gianluigi Nuzzi - poi autore del libro “Sua Santità” – cui non chiede soldi, ma rilascia un’intervista anonima. Prosegue: “Insieme siamo andati all’appartamento che lui aveva a disposizione a Viale Angelico. Abbiamo quindi avuto una serie di incontri dapprima a distanza di circa una settimana e poi di due settimane. Questo nei mesi di novembre, dicembre 2011 e gennaio 2012” (cfr. Il Messaggero). Una giustificazione, o difesa, quella appena richiamata, che in qualche misura, a mio modo di vedere, ha una seria ragion d’essere, perché quando si fa parte a vario titolo di certi ambienti, e per questo si è a conoscenza di fatti particolarmente rilevanti, delle due l’una: o si ha il coraggio di denunciarli pubblicamente mettendoci la faccia e rischiando di pagarla cara; oppure si tenta ugualmente di divulgarli in maniera subdola sperando di non essere scoperti. Tuttavia, in entrambi i casi, alla base c’è quel principio cui fa riferimento l’ex maggiordomo, ossia la necessità di dare uno scossone al sistema. E forse c’è anche riuscito.

Pussy Riot

Sono state ritenute colpevoli di teppismo e incitamento all’odio religioso, e perciò condannate a due anni di carcere senza condizionale. Questo il verdetto del tribunale di Mosca nei riguardi delle tre giovani cantanti punk del gruppo “Pussy Riot”, ormai simbolo del dissenso contro il presidente Vladimir Putin. Il fatto loro contestato è quello di aver infranto la legge cantando una “preghiera” contro il presidente russo dentro la cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca lo scorso 21 febbraio. Tale canzone/preghiera eseguita in un luogo sacro è stata giudicata blasfema e insultante, commettendo, peraltro, una grave violazione dell’ordine pubblico disturbando la quiete dei cittadini e insultando profondamente le convinzioni dei fedeli ortodossi. Per la corte il testo esprimeva chiaramente l'odio basato su affiliazione religiosa e l'obiettivo delle ragazze, mosse da odio religioso, era quello di raggiungere un più vasto numero possibile di fedeli, dando pubblicità appunto al proprio gesto. Le proteste a questa discutibile sentenza non si sono fatte attendere, ed è il minimo che si possa fare, credo.

venerdì 10 agosto 2012

Ciò che tanti stentano a capire

Prendo spunto da un recente fatto di cronaca avvenuto a Terni nei giorni scorsi riguardo all’arresto per atti persecutori (Stalking) di un cittadino ternano da parte della Squadra Volante della locale Questura, reo, secondo l’accusa, di aver perseguitato per alcuni mesi l’ex convivente. L’avrebbe perseguitata in tutti i modi proprio da quando la loro relazione è giunta al termine, dalle telefonate incessanti alle minacce lasciate in segreteria telefonica, nonché aggressioni verbali, pedinamenti, appostamenti e altrettante minacce a colleghi e datori di lavoro della donna con tanto di tentativo di estorsione ai loro danni. Tutto questo fino all’intervento ci si auspica definitivo della Polizia di Stato (cfr. Comunicato Stampa Questura di Terni). E qui casca l’asino (come spesso si dice), già perché ad arresto avvenuto gli agenti sono andati a casa dell’incriminato per ritirargli le numerose armi di cui era legalmente possessore come cacciatore, trovando, tra l’altro, anche un fucile non denunciato né registrato nella banca dati delle forze dell’ordine. Il risultato è che il soggetto - su disposizione del Magistrato di turno - è stato tradotto in carcere e dovrà rispondere di tutta una serie di reati che ragionevolmente nemmeno lui stesso avrebbe mai immaginato. Ecco, quello che in genere non comprendono molti titolari di licenza di caccia, ergo legittimamente possessori di armi, è che taluni “comportamenti” - mi riferisco soprattutto allo Stalking, ma è sufficiente la mera minaccia - pregiudicano sensibilmente sulla permanenza di quei requisiti soggettivi che il cacciatore deve necessariamente possedere e mantenere intatti nel tempo affinché possa detenere - o continuare a farlo - armi e munizioni. Non c’è nulla da fare, tanti non lo comprendono fino a che non ci rimangono invischiati.