Toghe sporche

L’analisi che fa l’Espresso sul fenomeno corruzione nell’ambito forense non credo possa considerarsi una novità, o qualcosa di segreto o inaspettato. Infatti, «Se la corruzione è uno dei reati più diffusi e la figura del giudice comprato è quella che desta più scandalo nell’opinione pubblica […] nel gran bazar della giurisdizione si può vendere non solo una sentenza, ma molti altri articoli di enorme valore […] Come un’informazione segreta che può trasformare l’iter di un procedimento, un ritardo che avvicina la prescrizione, uno stop a un passaggio procedurale, fino alla sparizione di carte compromettenti». L’articolo rimanda anche a una considerazione di Piero Calamandrei (1889-1956): «Ciò che può costituire reato per i magistrati non è la corruzione per denaro […] Il vero pericolo è un lento esaurimento interno delle coscienze, una crescente pigrizia morale». Tuttavia, aggiungo, a proposito di violazione di segreto, fuoriuscita di notizie riservate, sparizione di documenti, eccetera, non vanno dimenticati cancellieri e altri operatori giuridici pronti a vendersi al miglior offerente. Prosegui la lettura qui.

Scambio elettorale politico-mafioso

È in vigore dal 18 aprile 2014 la legge n. 62/2014 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 90 del 17 aprile 2014) che modifica l'articolo 416-ter del Codice penale in materia di scambio elettorale politico-mafioso. In particolare il riformato articolo 416-ter Codice penale stabilisce che: «Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le modalità di cui al primo comma». Il terzo comma dell’articolo 416-bis del Codice penale così stabilisce: «L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali».

Spese di giustizia

Con decreto del 10 marzo 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 91 del 18 aprile 2014, il Ministero della Giustizia, ai sensi dell’articolo 274 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115/2002 (Testo unico in materia di spese di giustizia), ha adeguato gli importi del diritto di copia e di certificato. Si passa dunque da 3,54 a 3,68 euro per il diritto di certificato. Mentre per quanto riguarda il diritto di copia su supporto diverso da quello cartaceo l’importo varia in base al tipo supporto. Il costo per ogni compact disc è pari a euro 306,97; ogni supporto informatico da 1,44 MB il costo è di euro 4,31. Per le cassette fonografiche gli importi variano in base ai minuti di registrazione, si va da un minimo di euro 3,68 (60 minuti) a un massimo di euro 9,41 (240 minuti). Download tabella.

Sicurezza pubblica

mondoLa Cassazione ha dichiarato legittimo il divieto di accesso agli impianti sportivi con obbligo di presentazione alla polizia «imposto nei confronti di soggetti responsabili di aver rivolto nei confronti di giocatori di colore versi di disapprovazione». Di fatto tale condotta non costituisce una mera forma di manifestazione di dissenso o di critica, bensì «presenta evidenti connotati di carattere razzista, trovando radice soltanto nello spirito di odio ed avendo quale unico fine quello di ghettizzare determinate persone in ragione del colore della pelle» [cfr. Massimario Corte di Cassazione, Sezione Terza Penale, Sentenza n. 12351 (2 ottobre 2013 – 17 marzo 2014)].

Concussione e indebita induzione

cassazioneAlla base di un contrasto interpretativo insorto nella giurisprudenza di legittimità, le Sezione Unite Penali della Suprema Corte di Cassazione hanno individuato il discrimine fra il delitto di concussione e quello di indebita induzione, ritenendo, infatti, che «il primo reato sussiste in presenza di un abuso costrittivo del pubblico ufficiale attuato mediante violenza o minaccia, da cui deriva una grave limitazione della libertà di autodeterminazione del destinatario che, senza ricevere alcun vantaggio, viene posto di fronte all’alternativa di subire il male prospettato o di evitarlo con la dazione o la promessa dell’utilità»; mentre il secondo «consiste nell’abuso induttivo posto in essere dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio che con una condotta di persuasione, suggestione, inganno o pressione morale condizioni in modo più tenue la libertà di autodeterminazione del privato, il quale disponendo di ampi margini decisori, accetta di prestare acquiescenza alla richiesta della prestazione non dovuta, nella prospettiva di un tornaconto personale. In altri casi «i criteri di valutazione del danno antigiuridico e del vantaggio indebito devono essere utilizzati nella loro operatività dinamica ed all’esito di una complessiva ed equilibrata valutazione del fatto» [cfr. Massimario Corte di Cassazione, Sentenza n. 12228 (24 ottobre 2013 – 14 marzo 2014)].

Recupero crediti

AgcmL’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), nella riunione del 19 marzo 2014, ha disposto la sospensione da parte di alcune imprese di recupero crediti di ogni attività giacché esercitata con modalità scorrette. La misura è stata adottata per impedire sin da subito, dunque in attesa della conclusione dell’istruttoria, effetti negativi per i cittadini. Secondo le numerose segnalazioni giunte all’Autorità, le società sotto attenzione avrebbero sollecitato (via posta, con email, telefonate e sms) il pagamento di presunti crediti, non dettagliati o infondati o prescritti, minacciando anche azioni legali. In alcune comunicazioni era addirittura preannunciata la visita di un funzionario a casa o sul posto di lavoro per risolvere bonariamente il debito. Inoltre, alcuni consumatori sono stati invitati a contattare una numerazione telefonica a pagamento con un costo della chiamata piuttosto elevato. Il provvedimento rientra in un settore di particolare attualità riguardo al quale l’Autorità ha già adottato numerosi provvedimenti irrogando ingenti sanzioni nei confronti di società di recupero crediti responsabili di pratiche aggressive per l’inoltro di finte citazione in giudizio. Fonte: AGCM

Libertà di culto

immLe istituzioni religiose se considerate solo come agenzie di produzione di significati e non anche come forme associative aventi strutture gerarchiche e di potere come avviene in tutti gli altri sistemi sociali, hanno una funzione di mediazione dell’esperienza esistenziale, la quale, di per se, dovrebbe trascendere l’interesse meramente ideologico-dottrinale. Saint-Simon, Comte e Durkheim tendono a considerare l’elemento religioso come un elemento universale dell’animo umano, che occorre orientare in senso funzionale alla promozione della solidarietà sociale (cfr. Crespi, 2002). Mentre Weber, in termini generali, individua la funzione originaria del pensiero religioso quale risposta agli interrogativi fondamentali della vita umana (cfr. ibidem). Ebbene, a mio modo di vedere, su questi presupposti può avere ancor più senso compiuto il dettato costituzionale secondo cui: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume» [cfr. Costituzione della Repubblica Italiana. Parte prima (Diritti e Doveri dei Cittadini). Titolo I (Rapporti Civili), articolo 19].

I regimi sultanistici

alcatrazIl sultanismo è una forma di governo caratterizzata da una sorta di onnipresenza personale del capo del regime in tutte le sfere di esercizio del potere. Nei regimi sultanistici si configura dunque una situazione in cui permane una confusione tra il patrimonio privato e l'arbitrio del capo, nonché il patrimonio e i poteri pubblici. In tempi non troppo remoti il sultanismo viene riscontrato da Linz e Stepan, ad esempio, nella Repubblica Centro-Africana con Bokassa, nelle Filippine con Marcos o nell'Iran con lo Shah, oppure nella Romania con Ceausescu.


Ebbene, non è un mistero il fatto che nel nostro Paese esistano discutibili personaggi che amministrano la cosa pubblica con approccio tipico di quello appena descritto. Stanarli non è poi così difficile, basta avere un po' di buona volontà e pazienza.