sabato 30 agosto 2014

La politica che non c’è

FiatLa bacchettata di Marchionne al Meeting di Rimini: «Non sopporto più di vedere gente con il gelato, barchette e cavolate. Voglio essere orgoglioso di essere italiano, di poter dire che siamo veramente bravi come gli altri perché lo siamo». «Saranno almeno 10 anni che dico che abbiamo bisogno di riforme e trasformazioni strutturali per recuperare il livello competitivo del Paese. Ma l’Italia non sembra capace di reagire». «Guardare un paese immobile e incapace di avviare un anche piccolo cambiamento è qualcosa di inconcepibile». «L’Italia vive una recessione prolungata in condizioni che non sono più in grado di garantire un paese competitivo». «Non è più possibile sprecare energie e risorse verso obiettivi che non siano di interesse comune. Perdere tempo è antieconomico, immorale». L’amministratore delegato della Fiat termina con una frase diversamente rassicurante, dettata semplicemente dal buon senso, ossia: «Il paese non può più aspettare, tra crisi e disoccupazione potrebbe prendere una brutta impennata». Corriere della Sera. Ebbene, Marchionne sostiene che “siamo veramente bravi come gli altri”, e su questo non ho dubbi, mentre li nutro fortemente sul concetto e modalità di gestione della cosa pubblica da parte di tanti politici (si fa per dire), sia in ambito centrale che locale. Forse sbaglio, e sono bravi anche loro, o forse hanno solo una spiccata tendenza mariuola. Chissà!